Russia - Ucraina a un anno dall'invasione su larga scala di Putin

Valigia Blu - A podcast by valigiablu

Partendo dalle figure di Putin e Zelensky, due leader molto diversi fra di loro, una differenza che ha giocato un ruolo importante nella narrazione del conflitto, cerchiamo di capire come sono cambiate la Russia e l'Ucraina a un anno dall'invasione. Cosa ci dicono gli ultimi discorsi di Putin e cosa significa la sospensione del trattato New Start sulla limitazione delle armi nucleari; cosa sta succedendo all'interno della verticale del potere di Putin, con l'irruzione sulla scena di personaggi "destabilizzanti" come Prigozhin, l'oligarca a capo del gruppo di mercenari della Wagner...  La politica ucraina, intanto, è sempre più caratterizzata da un accentramento di potere da parte dell’amministrazione presidenziale. Come è cambiato il sistema di potere in Ucraina? Qual è l'impatto dell'invasione e della mobilitazione sulla società russa? Dopo i primi mesi di proteste, soffocate nella repressione, la società russa sembra sempre più atomizzata e passiva, senza una vera e propria opposizione organizzata né in patria né all'estero difficilmente una mobilitazione dal basso potrà fermare Putin. Così come è molto difficile pensare, almeno nel breve termine, a un cambio di regime. La società ucraina è al tempo stesso sempre più unita ma anche atomizzata dovrà a affrontare un futuro incerto tra milioni di ucraini fuggiti e che forse non toneranno più, le giovanissime vite, molto probabilmente la futura classe dirigente del paese, perse sul campo di battaglia, migliaia di bambini deportati in Russia, e il destino dei cittadini nei territori occupati e le tensioni inevitabili nei territori liberati. Anna Politkovskaja - nei reportage sulla seconda guerra in Cecenia - a un certo punto scrive: "È facile cominciare una guerra, quasi impossibile eliminare tutti i mostri che ha creato".  Conversazione con Giovanni Savino - storico, si occupa di nazionalismo russo e della ricezione del passato nella Russia contemporanea. Dopo aver insegnato in Russia, ha dovuto lasciare il paese nei primi giorni di guerra, e ha lavorato all'Università di Parma e ora è alla Federico II - e Oleksiy Bondarenko -  insegna Comparative politics all’Università di Warwick (UK). Si occupa di élite, istituzioni informali e rapporti tra centro e regioni in Russia e Ucraina.