[413] MONDO CONTEMPORANEO. Alberto Franceschini. La parabola di un fondatore delle Brigate rosse
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ElevenLabs (prova gratuita): clicca quiAmazon (vetrina): clicca quiDiventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiPuntata 6 (23/5/2025)Tra i principali argomenti trattati all'interno dell'episodio: Origini familiari e formazione politicaNato in una famiglia antifascista, Franceschini cresce nel mito della cosiddetta «Resistenza tradita», elemento fondante della sua futura scelta rivoluzionaria.Dalla FGCI alla rottura con il PCIDopo una prima fase di impegno, abbandona la FGCI nel 1969 deluso dalla moderazione del partito e attirato dalla sinistra extraparlamentare.La nascita delle Brigate RosseNel 1970, Franceschini è tra i fondatori delle BR. Assume un ruolo centrale nell’organizzazione della lotta armata e diventa il primo latitante dell'organizzazione.Il sequestro Sossi come salto di qualitàAlberto Franceschini guida, insieme a Mara Cagol, il primo sequestro politico delle BR: un’operazione che proietta l’organizzazione sulla scena nazionale.L’arresto del 1974 e il ruolo di «Frate Mitra»Catturato a Pinerolo, in un’operazione organizzata dai Carabinieri, Franceschini sospetterà sempre di un tradimento interno legato a Mario Moretti.Processi, condanne e carcere duroCondannato per banda armata, sequestro e omicidio, trascorre diciotto anni in carcere, mantenendo una linea di totale intransigenza negli anni iniziali.Scissioni interne e adesione al «Partito guerriglia»In carcere si schiera con la corrente più radicale guidata da Giovanni Senzani, prendendo parte anche a una fallita evasione dal carcere nuorese di Badu ’e Carros.Il caso Moro e il sospetto di etero-direzionePur detenuto, segue il sequestro Moro e sospetta in seguito che l’operazione sia stata condizionata da poteri occulti. Testimonierà in tal senso davanti alla Commissione Stragi nel 1999.Dissociazione, scarcerazione e reinserimentoAderisce alla dissociazione ideologica, ottiene una riduzione della pena e viene scarcerato nel 1992. Lavora all’ARCI e si mantiene lontano dai riflettori.Memoria critica e rifiuto della violenzaRifiuta il ritorno al terrorismo nei primi anni 2000, criticando la deriva «lottarmatista» delle cosiddette «nuove Brigate rosse».