Episodio 78: Il costo che pago per essere non-madre
Rame - A podcast by Rame
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Anna Cupani ha 41 anni, è originaria di Pordenone, ma da molti anni vive all’estero. Lavora in Università, dove si occupa di creare connessioni tra ricercatori e aziende esterne. Nata in una famiglia benestante, cresce imparando a gestire i soldi e le risorse a sua disposizione, con l’idea che niente vada sprecato. Si iscrive alla facoltà di Chimica e dopo essersi laureata e aver conseguito un Master, inizia a lavorare come borsista all’Università. Il suo primo passo nel mondo del lavoro, le mette davanti agli occhi il fatto che, in quanto donna, per lei ogni cosa sarà molto più difficile, e non solo dal punto di vista finanziario: «Quello che all’epoca facevo più fatica ad ammettere era proprio il non venire presa sul serio e quindi dover ripetere la stessa richiesta tre volte prima che venisse ascoltata, mentre quando a farla è il collega uomo improvvisamente la controparte risponde». Non solo: in questo contesto di sottile e continua discriminazione verso le donne, Anna si rende conto che un trattamento speciale è riservato alle non mamme, dalle quali ci si aspetta che, non avendo bambini a carico, siano più disponibili a lavorare di più e a coprire i turni di colleghi, «perciò nel momento in cui reclamo spazio per altri interessi, anche professionali, c’è sempre un momento di esitazione nel concedermelo. Penso a come questa mentalità non faccia altro che portarci a dividerci ancora di più, disperate per le briciole di diritti che dovrebbero essere per tutti e tutte». Dopo 7 anni in Belgio, Anna si trasferisce in Inghilterra, dove ha modo di constatare che la stessa persona a seconda del contesto può essere discriminata oppure privilegiata. In quel caso sente il privilegio di un passaporto comunitario. E quel privilegio le dà la responsabilità di aiutare gli altri, in una catena di relazioni dove ci si supporta a vicenda senza avere la pretesa di ricevere nulla in cambio.