Episodio 68: Quel debito con lo Stato che pesa sul mio futuro

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Aurora ha 36 anni, vive a Pesaro ed è un’artigiana della stampa. La terza generazione, nella sua famiglia, a portare avanti l’antico mestiere di serigrafa. Ma questa non è la favola di una bambina cresciuta nella bottega di famiglia, che la prende in mano e la fa rinascere. L’impresa di famiglia, per molto tempo, è una maledizione per Aurora. Quando è adolescente, nel 2000, gli affari vanno così male che per tappare i buchi della società i suoi sono costretti a vendere la grande casa in cui abitavano tutti. Aurora decide di allontanarsi dalle tensioni familiari, e già al liceo va a studiare a Urbino. È in quegli anni che si accorge di essere un po’ diversa dai suoi coetanei: fatica a dormire e soffre di allucinazioni e sonnambulismo. Anche fare l’università le risulta impossibile: prova a frequentare Beni culturali, Medicina e Farmacia. Ma niente. Così lascia l’università e si mantiene facendo un’infinità di lavoretti. Poi conosce quella che è la sua attuale moglie, molla tutto ciò che sta facendo e va a vivere con lei. Si trasferiscono a Bologna. Lì Aurora rispolvera le sue conoscenze nel campo della serigrafia e inizia a lavorare per l’alta moda. Nel momento in cui ha la sensazione di aver trovato una stabilità, la precarietà economica torna a bussare alla sua porta. Nel 2020 Aurora scopre di avere un grosso debito con lo stato di cui non era a conoscenza. Quando arriva il pignoramento, ha un crollo e viene ricoverata in ospedale con forti sintomi psichiatrici. I suoi la portano a Pesaro per starle vicini, e Aurora dopo essersi rimessa, torna a lavorare nella piccola impresa di famiglia. Il suo debito è ancora lì, ma quell’azienda che inizialmente ha rappresentato per lei una maledizione, si trasforma in salvezza.