Episodio 34: Lavorare nei campi mi ricorda che posso sempre ricominciare da zero

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I genitori di Lory Caccamo si separano quando lei è piccolina. L’immagine con cui cresce è di una madre che si rimbocca le maniche per mantenerla facendo anche il doppio lavoro, mattina e sera. Lory studia Psicologia perché ha scoperto in sé la vocazione di aiutare gli altri con il coaching. All’indomani della laurea, però, trova un lavoro sicuro e ben pagato in una industria di bottoni. Lo accetta ma sente che le manca qualcosa. Così prende un secondo lavoro, alla sera, come coach: fatica 16 ore al giorno, come aveva visto fare a sua madre. Nel suo caso, però, non c’è in gioco la sopravvivenza, bensì il tentativo di soddisfare il suo scopo personale. A fine 2019 è pronta al salto: lasciare il posto fisso per dedicarsi a progetti internazionali di coaching. Si licenzia, ma i suoi sogni vengono spezzati dal Covid. Ci mette due anni a far ingranare l’attività di coach. Proprio a quel punto, però, Lory rimette tutto in discussione: ha un appuntamento con se stessa. Un viaggio in Australia che si è promessa da tempo. «Nel momento in cui stavo iniziando a raccogliere i frutti, anche economici, di tutti gli sforzi degli ultimi anni, nel momento in cui avrei dovuto esserci di più, avrei dovuto aggiungere carne al fuoco, raccogliere i frutti, proprio allora ho preso e me ne sono andata». In Australia, lavora nei campi per mantenersi, si sposta da una regione all’altra per visitarle e nel frattempo cerca di tenere in piedi, a dispetto dei fusi orari, l’attività di coach. «Per un po’ ho avuto paura di perdere ciò che ho costruito. Ma se lo scenario peggiore è che devo ricominciare da capo, non mi spaventa. Lavorare nelle farm mi ricorda che posso fare qualsiasi lavoro diverso da quello che ho sempre fatto, da quello che ho sempre studiato».