#149 – I miei dati nel cloud
Pillole di Bit - A podcast by Francesco Tucci - Lunedì
Categorie:
Inutile dire "il cloud è solo il server di qualcun altro", per fortuna è una cosa che bene o male sanno tutti. La cosa più difficile è capire dove mettere i miei dati con coscienza, avendo ben chiaro a cosa si va incontro. Il tip di oggi è Rclone Pillole di Bit (https://www.pilloledib.it/) è un podcast indipendente realizzato da Francesco Tucci, se vuoi metterti con contatto con me puoi scegliere tra diverse piattaforme: - Telegram (o anche solo il canale dedicato solo ai commenti delle puntate) - TikTok (per ora è un esperimento) - Twitter - BlueSky - Il mio blog personale ilTucci.com - Il mio canale telegram personale Le Cose - Mastodon personale - Mastodon del podcast - la mail (se mi vuoi scrivere in modo diretto e vuoi avere più spazio per il tuo messaggio) Rispondo sempre Se questo podcast ti piace, puoi contribuire alla sue realizzazione! Con una donazione diretta: - Singola con Satispay - Singola o ricorrente con Paypal Usando i link sponsorizzati - Con un acquisto su Amazon (accedi a questo link e metti le cose che vuoi nel carrello) - Attivando uno dei servizi di Ehiweb Se hai donato più di 5€ ricordati di compilare il form per ricevere i gadget! Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 149 e io sono, come sempre, Francesco. Prima di tutto un reprise della puntata precedente su Immuni. Un ascoltatore, Gianluca, che ringrazio tantissimo, mi ha fatto notare che nel Decreto Cura Italia è indicato che la quarantena, anche se asintomatica, è coperta dalla malattia dal lavoro, quindi direi che non ci sono più motivi negativi che impediscono l’installazione dell’app. Anche sulla percentuale di adozione si discute tantissimo, pare che il 70% sia un’invenzione di qualcuno e che non ha alcun senso. Bene, adesso la puntata di oggi Spesso, nel gruppo Telegram del podcast, se non siete iscritti, che aspettate? si parla di sicurezza e privacy dei propri dati nel cloud, chi li può leggere e che rischi si corrono. Ci sono varie correnti di pensiero che spaziano dal “ma chi se ne frega” al “nel cloud i miei dati mai”. Questa puntata vi potrebbe tornare utile per decidere in che zona stare tra i due estremi. Partiamo da alcuni paletti fissi. Il primo è che i vostri dati sono vostri e che nessuno, a meno che non lo abbiate deciso voi, debba poter accedere per poterli leggere e analizzare. La scusa del io non ho nulla da nascondere vale poco quanto vale poco la scusa del non serve il diritto di parola perché non ho niente da dire. Soprattutto, in uno stato di diritto non avete nulla da nascondere, ma quando questo stato diventerà una dittatura, le cose potrebbero cambiare e anche parecchio. Il secondo, che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, è che il cloud è una comoda definizione di “il computer di qualcun altro”, se io metto i miei dati sul computer di qualcun altro, questa entità solitamente potrebbe andare a leggerli, perché i sistemi sono appunto i suoi. Per esempio, come sistemista e amministratore del fileserver aziendale, posso accedere a tutte le cartelle e solitamente lo faccio, quando gli utenti me lo chiedono, per attività amministrativa tipo per variare le autorizzazioni o recuperare i dati dal backup. Quindi perché dovrei cedere la proprietà dei miei dati mettendoli sui server di qualcun altro? Perché è comodo, maledettamente comodo. Sono sempre lì, se mi si rompe il PC loro restano lì, se devo accedere dal PC dalla zia o dell’Internet point, loro sono sempre lì, insomma, ho un costante accesso ai miei dati da ogni parte del mondo a patto che io sia connesso. Con il passare del tempo questi servizi sono evoluti e adesso si possono condividere dati, mantenere lo storico delle versioni e circa un altro milione di altre cose. Ma sono sempre a casa di altri, come