15. Grano, mezzo sovrano
Madre Terra - L'agricoltura in podcast - A podcast by Radio 24 - Giovedì
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La sovranità alimentare è ormai una bandiera nazionale. Ed è anche un fattore dirimente della nostra sicurezza. Soprattutto dopo che pandemia e guerre hanno messo in luce la fragilità degli approvvigionamenti alimentari globali. Ma l’Italia agroalimentare è davvero sovrana? E quanto? Partiamo dal prodotto più orgogliosamente italiano che c’è: la pasta. Il primo anello della filiera in questo caso è il frumento duro. L’Italia è storicamente il primo produttore europeo e il secondo produttore mondiale di grano duro dopo il Canada ma deve importarne circa il 35% per soddisfare le richieste dell’industria di trasformazione, quella molitoria che produce le semole per la pasta. E la dipendenza dall’import sembra destinata ad aumentare: le nuove semine, alle battute finali, fanno prevedere superfici ridotte e il raccolto 2023 non è andato benissimo a causa del clima. Il risultato è che l’import di frumento duro potrebbe addirittura raddoppiare. Allora se la sovranità conta, che fare? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Lenucci, direttore delle Politiche Sviluppo Economico delle Filiere Agroalimentari di Confagricoltura. Da dove arriva quindi il frumento duro che serve per produrre la “nostra” pasta? Ne parliamo con Enzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro di Italmopa. La chiave di tutto è la qualità del grano prodotto, che per la trasformazione è fondamentale. E il clima confonde le carte: la ricerca può fare molto e il miglioramento varietale ha un grande impatto. Ne parla Luigi Cattivelli, direttore del Consiglio di ricerca per l’agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) genomica e bioinformatica.