7 Espressioni SCORTESI da EVITARE in italiano (e le alternative per parlare educatamente)

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - A podcast by Graziana Filomeno - italiano online

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In questo video parleremo di un argomento che sicuramente vi aiuterà tantissimo nell’uso quotidiano della lingua italiana! Vi è mai capitato di dire qualcosa ma di ricevere in risposta un’occhiataccia o peggio il vostro interlocutore se n’è andato via girando i tacchi? Probabilmente, se quelle non erano le reazioni sperate, ciò è accaduto perché avete usato delle parole sbagliate, inopportune, un po’ sgarbate. In questo video vi presenterò quindi 7 espressioni che andrebbero evitate, durante una conversazione in italiano, per non rischiare di risultare scortesi o maleducati. In sostituzione ad ognuna di queste espressioni vi suggerirò delle alternative più cortesi e garbate che potrete usare in ogni situazione senza timore che vi guardino male.        Le 7 Frasi che le Persone Educate NON Dicono   1. CHI SE NE FREGA Eh sì, è un’espressione molto comune. Si sente spesso anche nei film, perché è effettivamente molto diffusa tra gli italiani. Pensate che lo è tanto da avere anche una grafia alternativa, che sta ad indicare che viene praticamente pronunciata come una parola sola: chissenefrega. E se, tutto sommato, la possiamo usare con i nostri famigliari o i nostri amici stretti perché tra noi c’è un legame forte e comunque informale, è di certo meglio evitarla quando si parla con altre persone, per quanto le possiamo conoscere bene. Propriamente quest’espressione sarebbe una domanda, anche se viene utilizzata più comunemente come un’esclamazione. Letteralmente, significa: “a chi importa (di questo)”? È un modo molto scortese per dire che non ci interessa minimamente quello che ci stanno dicendo. Quando vogliamo esprimere il nostro disinteresse per qualcosa è ovviamente molto difficile non risultare scortesi, ma in casi di estrema necessità potremmo sempre utilizzare espressioni un po’ meno sgarbate, come ad esempio: Mi dispiace, ma non mi interessa. Purtroppo la cosa non mi riguarda.  Onestamente non me ne preoccupo. Oppure, nel caso in cui qualcuno ci stia chiedendo di aiutarlo, anziché rispondere con un “chissenefrega” potremmo optare per un più cortese “mi dispiace, ma non posso proprio aiutarti”.   2. CHE SCHIFO È forse una delle prime “brutte parole” che i bambini imparano a dire da piccolini, soprattutto quando vengono “obbligati” a mangiare la verdura… E i genitori puntualmente ogni volta li sgridano e li correggono: << Non si dice “che schifo”! Si dice “non mi piace”! >> E in effetti è proprio vero: dovremmo piuttosto dire che qualcosa non ci piace, piuttosto che dire che ci fa schifo. Dire che fa schifo è insomma un po’ un’offesa a chi ha preparato o comprato quella cosa, mentre dire che non ci piace sottolinea che è solo una nostra preferenza, che dipende da noi, ma non è la cosa in sé ad essere brutta. Questo vale sia quando stiamo commentando il gusto di un cibo o di una bevanda, sia quando abbiamo a che fare con qualsiasi altro oggetto o concetto che non rispecchia i nostri gusti. In questi casi potremmo optare per una delle seguenti alternative. Per il cibo: Mi dispiace ma mi dà il voltastomaco! Non è di mio gradimento. Preferirei mangiare altro.  Per altro: Scusa, ma non riesco a guardare! Ti dispiace se non guardo altrove? Non è il mio genere. Non rispecchia i miei gusti.   3. CHE NOIA! / CHE PALLE! Quante volte ci è capitato di trovarci in una situazione incredibilmente noiosa, tanto da risultare quasi insopportabile, e di volercene andare subito pur di non subire quella terribile e interminabile tortura? Che so, magari a scuola durante una noiosissima lezione, oppure a teatro,