Racconti Romani: Scherzi di ferragosto, Alberto Moravia

Italiano con letteratura - A podcast by Nat Tsolak

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SCHERZI DI FERRAGOSTO Tutto mi andava male quell’estate e, come venne Ferragosto, mi trovai a Roma senza amici, senza donne, senza parenti, solo. Il negozio dove ero commesso era chiuso per le ferie, altrimenti, dalla disperazione, pur di trovare compagnia, mi sarei perfino rassegnato a vendere i saldi estivi, mutande, calze, camicie, tutta roba andante. Così, quella mattina del quindici, quando Torello mi venne a strombettare sotto la finestra e poi mi invitò a andare con lui a Fregene, pensai: “È antipatico, anzi è odioso… ma meglio lui che nessuno” e accettai di buon grado. Torello era un giovanotto atticciato, massiccio come una pagnotta, con la faccia livida tutta protesa in avanti in atto di arroganza, con gli occhi a fior di pelle, duri e stupidi, da far venire voglia di bucarli con uno spillo.