White Mirror | Stefano Massini e Fabio Moioli di Microsoft: come educare l'intelligenza artificiale

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L’intelligenza artificiale ci incuriosisce e ci fa sperare in un futuro migliore ma abbiamo timore dei riscontri che potrebbe avere. Fino a che punto ha senso temere che si sostituisca a noi? Ne abbiamo parlato con Fabio Moioli, Direttore della Divisione Consulting Services di Microsoft Italia. L’intelligenza artificiale non è giusta perché incorpora nel suo apprendimento tutta una serie di bias, influenzati dai pregiudizi umani, che possono addirittura essere amplificati quando inseriti in processi rigorosamente logici (ma basati su presupposti sbagliati) anziché etici. Dal punto di vista pratico, è una tecnologia assolutamente efficace nel replicare alcune scelte e alcuni comportamenti umani: esistono realtà artificiali in grado di scrivere poesie e canzoni, creare un nuovo whisky, condurre diversi programmi televisivi contemporaneamente e anche rispondere al telefono e sostenere intere conversazioni. Affascinato dalla democratizzazione della tecnologia, Fabio ci spiega come nonostante l’intelligenza artificiale sia in grado di fare grandi cose, siamo pur sempre noi esseri umani a dover prendere le decisioni finali. L’algoritmo ci suggerisce qualcosa, ma quando si tratta di decisioni che impattano la vita delle persone, gli esseri umani devono avere l’ultima parola. Il miglior modo di predire il futuro è crearlo, con l’auspicio di utilizzare l’intelligenza artificiale usata con intelligenza. Umana, questa volta.