Un incendio politico divampa in Tunisia

Inglorious Globastards - PODCAST - A podcast by Alberto Forchielli & Fabio Scacciavillani

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Il Presidente della Repubblica tunisina Kaïs Saïed, il 25 luglio dopo aver presieduto una riunione di emergenza con i vertici militari, e della sicurezza interna ha destituiito il Premier Hichem Mechichi e vari ministri, sospeso le attivita' del Parlamento e revocato l'immunita' parlamentare ai 217 deputati.Inoltre ha avocato la direzione della Procura della Repubblica per indagare personalmente sulla corruzione dei politici e ha assunto il potere esecutivo nominando un nuovo primo ministro, Ridha Ridha Garsallaoui (che assume anche la ministro dell'Interno ad interim). Kaïs Saïed ha affermato di aver agito in base all'art. 80 della Costituzione che gli conferisce ampi poteri in situazioni di emergenza determinata dalla pandemia, dalla crisi economica e dalla corruzione endemica.Ovviamente sono partite immediatamente le reazioni di chi considera le azioni del Presidente come un colpo di Stato. Ma contrariamente a quello che si potrebbe pensare una larga parte della popolazione (specie i giovani) giudica positivamente l'operato del Presidente. Il motivo e' semplice: questa crisi e' parte di una contesa molto piu' ampia che infuria in tutto il mondo arabo e islamico tra i Fratelli Mussulmani (sostenuti da Turchia) e Qatar e i governi laici e secolari.In ogni caso questo nuovo fronte di scontro ci riguarda direttamente, molto più che la guerra civile in Libia.