La Censura Dei Social Media

Inglorious Globastards - PODCAST - A podcast by Alberto Forchielli & Fabio Scacciavillani

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La prima pagina del Wall Street Journal di sabato 23 ottobre riportava due articoli molto critici sui giganti di internet. Quello su Facebook era l'ultimo di una serie intitolata i Facebook Paper che da oltre un mese sta demolendo il più famoso social network del mondo, insieme a Instagram. Le accuse molto documentate, vanno dalla discriminazione degli utenti all'aggravamento di condizioni di fragilità psicologica nelle adolescenti.L'altro articolo riportava che Google pratica commissioni sulla pubblicità digitale da due a quattro volte maggiori di quelle dei rivali. Ciò apre uno squarcio sulla posizione dominante di Google che le autorità antitrust potrebbero sfruttare efficacemente.Ma più in generale il ruolo dei social media va inquadrato nell'influenza indebita che esercitano nella politica e nella libertà di pensiero. La censura che essi esercitano senza alcun freno o controllo non può essere ulteriormente tollerata.I tentativi di riportare i social nell'alveo della legalità finora sono stati alquanto timidi: a livello federale il privilegio garantito dalla famigerata sezione 230 del Communication Decency Act non è stato mai seriamente contestato. Solo a livello statale, ad esempio in Indiana (https://immoderati.info/home-page/f/i-social-network-sotto-indagine), si registra qualche iniziativa da cui però ancora non scaturisce alcun risultato.Anche le reticenti audizioni di Mark Zuckerberg al Congresso o la recente testimonianza di una whistle blower sugli abusi di Facebook hanno scalfito lo strapotere dei giganti del web.Ian Bremmer su ha pubblicato su Foreing Affairs un lungo saggio (https://www.foreignaffairs.com/articles/world/2021-10-19/ian-bremmer-big-tech-global-order?fbclid=IwAR2mDMW4GIkPaLOopNonSgAV0ommk98SFSDSaYvtYw2cuW_ftkCuDXSWSmM) sui pericoli che queste entità rappresentano per la democrazia.