Arce - 1 giugno 2001 - Prima parte
Indagini - A podcast by Il Post

Per ascoltare la puntata di Altre Indagini registrati gratuitamente qui Il 1° giugno 2001 una ragazza diciottenne di Arce, in provincia di Frosinone, scomparve. Si chiamava Serena Mollicone. Il suo corpo venne trovato due giorni più tardi, in un bosco. Era stata legata con nastro adesivo e fil di ferro, sulla testa aveva un sacchetto di plastica del supermercato Eurospin. Aveva una ferita alla testa, l’autopsia stabilì che era morta per soffocamento. Quella dell’omicidio di Serena Mollicone è una storia intricata e lunga, giudiziariamente ancora aperta. Ci sono stati due filoni di indagine. Un anno e mezzo dopo il delitto un uomo, Carmine Belli, di Arce, fu arrestato. Passò 17 mesi in carcere prima di essere assolto in tre gradi di giudizio. Dieci anni dopo vennero indagati e poi imputati il comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, suo figlio Marco, sua moglie Anna Maria, e altri due carabinieri. Secondo l’accusa, Serena Mollicone era stata assassinata proprio all’interno della caserma in seguito a una lite con Marco Mottola. In questa vicenda ci sono state testimonianze mutate nel tempo, oggetti scomparsi e poi ritrovati, impronte digitali e tracce di Dna mai attribuite. Un carabiniere, Santino Tuzi, dichiarò di aver visto la mattina del 1° giugno 2001 una ragazza somigliante a Serena Mollicone entrare in caserma. Non l’aveva poi vista uscire. Ritrattò quella dichiarazione per poi tornare a confermarla. Pochi giorni dopo si uccise. Al centro degli ultimi processi ci sono state le analisi scientifiche, soprattutto su una porta danneggiata. Secondo l’accusa a provocarne la rottura era stato il capo di Serena Mollicone. La Corte di Cassazione ha annullato, questa primavera, il processo d’appello che aveva assolto Franco Mottola, suo figlio e sua moglie. Il processo andrà rifatto. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices