Ancora record oro, sfiora 3.000 dollari. A portar su il prezzo gli acquisti monstre per timori geopolitici
Focus economia - A podcast by Radio 24
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Ancora un record per il prezzo dell'oro: il contratto con consegna ad aprile sfiora i 3.000 dollari l'oncia a 2.909,70 dollari con un rialzo dello 0,77%. Rispetto al 2022, gli acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali sono più che raddoppiati. La decisione dei Paesi occidentali di porre sanzioni sulle riserve della banca centrale russa ha rappresentato un punto di non ritorno, e suggerisce che, in futuro, qualsiasi paese che si dovesse trovare in forte disaccordo politico con l'Occidente potrebbe implicitamente correre il rischio di vedere i propri asset confiscati. Di conseguenza, le banche centrali di tutto il mondo hanno incrementato le riserve di oro e questa tendenza è destinata a continuare nel 2025. Il World Gold Council (WGC) stima che gli acquisti di oro da parte delle banche centrali abbiano spinto il prezzo al rialzo di circa il 15%. Commentiamo la notizia insieme a Alessandro Plateroti Direttore di NewsMondo.itGas ai massimi da febbraio 2023, scorte dimezzateI prezzi del gas naturale sono saliti ai massimi degli ultimi due anni, il Ttf scambiato ad Amsterdam intorno a metà seduta ha segnato un rialzo del 4,6% a 58,3 euro e il mercato teme una nuova crisi energetica. Si tratta del massimo dal febbraio 2023, dopo che i contratti hanno registrato quattro settimane consecutive di rialzi. Dopo una lunga lotta contro l'aumento delle bollette, l'inflazione ostinatamente alta e l'affievolimento dell'attività industriale a causa della crisi del 2022, l'Europa si trova di nuovo ad affrontare la minaccia di un altro rally prolungato che potrebbe scatenare ulteriori sofferenze economiche. Le scorte di gas della regione si stanno esaurendo rapidamente. Il maggior numero di giorni senza vento di quest'inverno, unito a un clima leggermente più freddo e alla perdita del transito del gas russo attraverso l'Ucraina all'inizio dell'anno, ha costretto i Paesi ad attingere alle scorte di carburante e ora i siti di stoccaggio europei sono pieni per meno della metà, il livello più basso per questo periodo dell'anno dal 2022. Secondo le previsioni mensili di ICIS (Independent Commodity Intelligence Services) questo mese il consumo di gas in Europa dovrebbe aumentare del 17% rispetto a un anno fa, trainato dalla domanda residenziale e commerciale. L'imminente stagione di manutenzione estiva della Norvegia potrebbe anche limitare le forniture in un momento in cui il mercato è già molto rigido. Gli operatori stanno tenendo d'occhio anche l'impatto dei dazi statunitensi e le possibili ritorsioni - che rischiano di rendere più costose le importazioni di gas naturale liquefatto - e le discussioni sulle forniture russe, dato che alcuni Paesi dell'Europa centrale continuano a chiedere il ritorno del transito del gas attraverso l'Ucraina. Ne parliamo con Sissi Bellomo, Il Sole24ore.Trump: «Dazi al 25% su acciaio e alluminio»In un botta e risposta con i giornalisti a bordo dell'Air Force One che volava dalla Florida a New Orleans per portare il presidente al Super Bowl nella giornata di domenica, Trump ha dettato l'agenda della settimana. Nella giornata di oggi, ha detto, annuncerà i dazi del 25% sull'import di acciaio e alluminio verso tutti i Paesi. Domani sarà invece la volta delle «tariffe reciproche» per colmare nei piani del presidente il deficit commerciale. Non ha fornito dettagli, né elenco di settori o Paesi che finiranno nel mirino e a quale grado. E nemmeno quando entreranno in vigore. Nel 2024 la produzione italiana di acciaio è stata di 20 milioni di tonnellate, inferiore a quello di siderurgie più giovani, come Iran e Vietnam. Il calo produttivo è dovuto al rallentamento dell ex Ilva; le imprese private hanno mantenuto volumi e occupazione nonostante il costo d energia più alto in Ue e la congiuntura. I Paesi terzi aumentano l export. "Ma in Italia non siamo rimasti fermi", ha spiegato il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi. "La presenza internazionale si è rafforzata con l M&A; abbiamo investito 2,5 miliardi in nuovi impianti". La direzione verso cui deve muoversi l acciaio italiano è però il green. Interviene al microfono di Sebastiano Barisoni Antonio Gozzi - Presidente Federacciai.