Marco Santagata - Dante egocentrico o profeta? Creatività e scrittura come missione - Festival della Mente 2012

Festival della Mente - A podcast by Festival Della Mente

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Fin da giovane Dante Alighieri si sente una persona diversa e predestinata: in ciò che ha visto, fatto o detto, si tratti della nascita di un amore, della morte della donna amata, della sconfitta politica e dell’esilio, scorge un segno del destino, l’ombra di una fatalità ineludibile, la traccia di una volontà superiore. Le avventure e le sventure personali acquistano così il marchio dell’eccezionalità e della necessità. Un’enorme stima di sé finisce per rovesciare in positivo le frustrazioni, le insicurezze, il senso di inadeguatezza sociale che pure egli prova acutamente, fino a sviluppare in lui la convinzione, più volte proclamata nel poema, di essere un profeta investito di una missione salvifica per l’umanità. Quel capolavoro universale che è la Commedia, dunque, non solo è legato a filo doppio alle vicende biografiche dell’autore, ma si nutre delle sue più intime e contraddittorie pulsioni psicologiche.