Filippo Tuena - Scott: il primo esploratore del futuro - Festival della Mente 2019
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Quando nell’estate del 1910 la Terranova salpò da Cardiff per portare la squadra di Robert Falcon Scott nella baia di Ross, imbarcando non soltanto gli esploratori che avrebbero dovuto raggiungere il Polo Sud ma anche un gruppo di scienziati, biologi, geologi, chimici, apparve chiaro lo spirito della missione. Si trattava non solo di esplorare ghiacci vergini ma anche dì svelarne i misteri, la fauna e la flora che li abitavano. La squadra composta da Scott era quanto di più moderno e futuribile potesse essere formato in quegli anni. Accompagnavano la spedizione trattori e apparecchiature cinematografiche e fotografiche di prim’ordine. Queste ultime affidate al californiano Herbert Ponting che documentò l’immane lavoro scientifico svolto alla base. La marcia degli esploratori fu invece immortalata da poche immagini sopravvissute al ghiaccio polare e dal diario di Scott, che tutto avrebbe registrato, con una prosa cristallina, sino all’estremo limite: un esperimento di analisi spietata e scientifica delle capacità di resistenza dell’uomo nei frangenti ultimi.