La storia della CHAMPIONS LEAGUE

Cronache Stories - A podcast by Cronache di spogliatoio - Lunedì

Si è da poco conclusa l’ultima della Champions League e se oggi siamo qui a commentare lo spettacolo di una delle competizioni più spettacolari al mondo, lo dobbiamo a due fattori: un’amichevole e un articolo di giornale. Oggi vi spieghiamo tutto, partendo dall’inizio. Il 13 marzo del 1954, in una sfida al Molineux  di Wolverhampton, i padroni di casa sconfiggono per 3-2, davanti a sessantamila inglesi in visibilio, i maestri ungheresi dell’Honved, che potevano contare su ben sei degli undici magiari, che un anno prima avevano sconfitto con un netto 6-3 l’Inghilterra a Wembley. Nella formazione dell’Honved c’è anche uno dei calciatori più forti di tutti i tempi, Ferenc Puskas, e la rimonta del Wolverhampton, dallo 0-2 al 3-2, convince il tecnico Stan Cullis  a prendere da parte i suoi e a definirli “campioni del mondo”, sullo slancio degli altri successi ottenuti in amichevole contro il Racing Club e lo Spartak Mosca. La dichiarazione viene raccolta da David Wynne-Morgan che la utilizza come titolo per il suo articolo di resoconto del match, pubblicato dal Daily Mail.  A svariati chilometri di distanza, l’ex calciatore della Nazionale francese Gabriel Hanot si ritrova tra le mani una copia del Mail. È stato un personaggio irripetibile, Hanot. Difensore dei Galletti nel periodo pre Prima guerra mondiale, aveva poi servito lo stato in guerra, durante la quale si era distinto come pilota d’aereo, e per una fuga da un campo di prigionia tedesco. Aveva fatto in tempo anche a essere nuovamente convocato per la sua dodicesima presenza, da capitano, contro il Belgio, nel 1919, ma la sua carriera si era interrotta bruscamente per un incidente aereo che non gli era costato la vita, ma purtroppo la sua attività da calciatore sì, Infine, dopo il conflitto, aveva assunto l’incarico di consigliere tecnico della Francia, mantenendo però un bizzarro doppio ruolo come firma de L’Equipe e di France Football. Dopo una sconfitta contro la Francia, nel 1949, stilò un articolo durissimo in cui criticava i suoi giocatori e affidava a un editoriale anonimo la richiesta del suo stesso esonero, peraltro poi effettivamente arrivato.  Quando legge dei Wolves campioni del mondo, Hanot ha un sussulto. Capisce prima del resto del mondo che c’è bisogno di mettere in piedi una competizione tra le principali squadre europee per assegnare un titolo che non sia soltanto platonico. E lo scrive sull’Equipe, dando il via alla rivoluzione. La Mitropa Cup, ideata nel 1927, veniva ritenuta da Hanot un test troppo poco probante. E proprio Hanot aveva già provato a dare vita a qualcosa di grosso con la Coppa Latina, competizione mai riconosciuta dalla Fifa, alla quale prendevano parte i campioni nazionali di Francia, Italia, Portogallo e Spagna: l’Equipe era stato tra i promotori principali della proposta lanciata da Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid. Ma serviva qualcosa di nuovo: secondo il francese, non si poteva assegnare al Wolverhampton una definizione così importante, non senza vedere gli inglesi alle prese con Real Madrid o Milan.